lunedì 15 gennaio 2018

Agente di viaggi che fine hai fatto?




Avevo deciso che dopo aver scritto il racconto della breve vacanza a Polizzi Generosa, paese natio di mio padre e dove torno sempre con nostalgia ed affetto, non avrei più scritto nulla su questo blog.



Sentivo che ormai fosse un capitolo da chiudere, una parentesi da riaprire sotto altre forme, sotto altre vesti.


La creatura che avevo messo al mondo nel 2011 era stata concepita per un ideale tentativo di tutelare l'immagine degli agenti di viaggi italiani, una categoria che sembrava, e in parte lo è stato, destinata all'estinzione. 

Nel frattempo quella creatura è cresciuta, e ormai si muove da sola.

Sul blog ho scritto tantissimi articoli (157) e molti di questi, ormai, vivono autonomamente.

Spesso li ripropongo e trovano sempre una vasta eco sia tra i colleghi che tra persone non addette ai lavori.

Le creature quando le hai messe al mondo diventano una parte di te, un tuo anello di congiunzione con il mondo stesso. 

Nel caso specifico il blog "l'agente di viaggi" lo ritenevo un mezzo che ormai avesse fatto il suo tempo, oltretutto essendo abbinato  ad un periodo che si è definitivamente chiuso, dal momento che l'agenzia dove ho trascorso gli ultimi 11 anni della mia lunga vita professionale e anche personale, ha cessato l'attività.

Una delle tante agenzie che pur avendo sempre svolto il lavoro con la massima dedizione, attenzione al cliente, rispetto dei colleghi, non ha potuto reggere una forza d'urto così violenta che ha sommerso diversi punti vendita e messo al tappeto una folta serie di operatori turistici, con tutto quello che ne consegue come riflesso sull'occupazione.

E allora perché al di là delle costatazioni nostalgiche e affettive, sono di nuovo qui?

Per difendere ancora una categoria di imprenditori, di giovani colleghi che hanno creduto di mettersi al servizio di una causa per ritrovarsi, molti di loro, oggi spodestati e sempre più avviliti e amareggiati, da come leggo sui vari gruppi?

Qualcuno mi dirà che sono catastrofico e pessimista.

Lo so bene che ci sono delle realtà che sono riuscite a superare questa crisi che ha investito il nostro settore più violentemente di altri, e queste realtà hanno saputo anche trasformarsi per andare incontro alle esigenze e aspettative dei clienti di oggi, completamente diverse da quelli di ieri.

A queste agenzie va tutto il mio plauso se sono riuscite ad uscirne indenni e rafforzate.

Se sono qui a scrivere di nuovo è perché da quando ho chiuso l'agenzia, cercando nuove strade per continuare a vivere la mia professione con lo stesso entusiasmo e passione, rispettando, però, il bene più caro che abbiamo e cioè noi stessi ( la passione e l'entusiasmo nulla sono se viene a mancare la serenità), ho continuato a chiedermi se avesse ancora un senso definirsi agenti di viaggi o se non fosse arrivato il momento di mettere in soffitta questa definizione per trovarne una più adeguata a quello che è il presente,e soprattutto per quello che sarà il futuro, un futuro che sarà gestito non tanto da noi "vecchi agenti di viaggi", depositari di tanti ricordi belli e nostalgici, nonché di tanta esperienza, ma sarà di chi sta muovendo i primi passi in questo settore e dovrà fronteggiare sfide sempre più impegnative.

A questo agente di viaggi del futuro non sarà sufficiente scriversi una qualifica su un pergamenato bigliettino da visita, come non sara più sufficiente pensare che solo con una foto e una descrizione sul suo profilo social si possa fregiare del titolo di agente o di consulente di viaggi.

Dovrà sempre di più abbinare alle conoscenze tecniche la sua capacità di adattarsi, dovrà sempre di più mettere in campo le doti della creatività, della fantasia.

Dovrà migliorarsi ogni giorno, investendo, anche a sue spese, sulla sua formazione, per non essere uno dei tanti, ma uno tra i primi, e ci dovrà arrivare non svendendo la sua persona, la sua professionalità. 

Ci dovrà arrivare fiero del suo ruolo.

Il pubblico dovrà riconoscere in lui il leader, l'esperto, e i leader sono quelli che conducono le sorti e hanno un valore inestimabile.

La storia è piena di perfetti sconosciuti che sono diventati leader perché hanno trasformato quelle che per altri erano idee, in qualcosa di reale, di concreto, di vendibile.

Oggi la gente cerca il prezzo e lo trova in un secondo, e il prezzo è diventata merce di scambio, svilisce il professionista che cerca di rimanere tale e per andare dietro al prezzo perde di vista il faro che illumina la sua strada, proteggendolo dal rischio di infrangersi contro degli scogli e farsi male.

Se il cliente vuole essere un numero tra tanti numeri ha tanti mezzi a sua disposizione per esserlo. 

In questo vortice infernale anche il professionista rischia di essere un numero tra tanti numeri, fornendo all'ipotetico alleato del momento, sia esso un albergo, sia esso un operatore poco etico, sia essa una compagnia aerea, sia essa una compagnia di navigazione un probabile contatto che domani non sarà più il suo, perché lui da solo non ha la forza di poter fronteggiare le armi in dotazione di chi, invece farà del tutto, in forma diretta o subdola, per portarsi a casa un altro numero, arricchendo il suo patrimonio, da sbandierare nelle varie convention aziendali.

Oggi la nostra categoria è quasi scomparsa nell'immaginario del pubblico.
Altre figure ci hanno soppiantato e sostituito e sono loro ad influenzare le scelte del viaggiatore, sono loro ad essere invitati ai numerosi festival che si svolgono in Italia e nel Mondo per promuovere le destinazioni, o anche solo per dire come si prepara una valigia, riempiendo sale intere di persone che vanno lì ad ascoltare e sono disposte anche a pagare, a comprare il libro che è stato scritto sull'argomento.

Dobbiamo riconquistare, se non tutto, almeno una buona parte del terreno che abbiamo perso, però questa volta non possiamo e non dobbiamo scherzare.

Il mercato non è più quello di ieri che accettava quasi senza batter ciglio tutto quello che gli propinavamo, eravamo noi a dettare le condizioni.

Tutto questo è finito, oggi il mercato ti può distruggere e non serve molto, basta anche che ti scriva una cattiva recensione e come un virus ti ritrovi al tappeto, nonostante hai sempre fatto del tuo meglio.

Il cliente è più smaliziato, più informato (bene o male, ma comunque ha un carico di notizie in più), ti osserva, ti giudica, ti premia e ti condanna, ti mette a dura prova, fai più fatica a conquistarlo, a farlo diventare un tuo alleato, un tuo promoter.

Se vogliamo riconquistare parte di quel terreno perduto, dobbiamo meritarcelo, nulla ci è più dato per concessione divina.

Ho avuto modo di incontrare, durante delle docenze (in particolare presso ACT Accademia Creativa Turismo), tanti giovani preparatissimi. motivati, futuri travel designer.

Hanno creato dei progetti di viaggio fantastici, hanno saputo trovare all'interno di destinazioni più o meno conosciute nuove motivazioni per andarci e su questo ci hanno lavorato da veri professionisti.

Da quando ho chiuso l'agenzia, ho avuto modo di confrontarmi con altri colleghi e colleghe che hanno dovuto prendere la stessa decisione o si accingono a farlo, ho incontrato persone stimatissime che sono state messe alla porta da un giorno all'altro, promoters che avevano perso la voglia di andare avanti.

Eppure con queste persone è bastato poco, è stato sufficiente trovare gli accordi giusti per vedere di nuovo nei loro volti rassegnati un barlume di riscatto, la consapevolezza di avere delle capacità che sono un patrimonio dal valore inestimabile.

Ci sono imprenditori che stanno investendo e stanno puntando sulle risorse umane, coscienti che una persona che sa svolgere il suo lavoro, vale mille volte di più di ogni altra cosa.

Ecco tutto questo, mi fa pensare che dalla crisi, uscirà l'agente di viaggi del futuro, quello a cui noi vecchi agenti di viaggi, saremo orgogliosi di potergli lasciare il testimone perché una professione come la nostra continui ad esistere nel tempo che verrà.

Nel 2011 scrissi su questo blog il mio primo articolo "un mestiere, una passione" non sapendo dove mi avrebbe portato questo blog.

Oggi 15 gennaio 2018 riparto proprio da lì, e continuerò ad amare questo mestiere con la passione di sempre.

Santo David