martedì 11 settembre 2012

PER NON DIMENTICARE



Sono le ore 14.45 del giorno 11 settembre 2001: sono al bar con un collega che mi è venuto a trovare in ufficio. 

Stiamo bevendo un caffè e commentando la stagione estiva che si era conclusa con ottimi risultati per tutti.

Nel pomeriggio chiuderò una pratica per una partenza di gruppo per la Crociera sul Nilo per il mese di ottobre.

Rientriamo in agenzia e il titolare con la mia collega sono incollati con l'orecchio sulla radio e hanno un'espressione in viso che non fa presagire nulla di buono.

Ci informano che stanno arrivando da New York delle notizie ancora confuse e non si capisce se sia caduto un aereo per un incidente, se ci sia stato un dirottamento o qualcosa di peggiore.

Ci rechiamo al bar di fronte e sullo schermo televisivo cominciano a girare in diretta quelle immagini che nessuno di noi potrà mai dimenticare.

Eravamo increduli se stavamo assistendo ad un film, uno di quei kolossal di Hollywood,  o se le immagini ci stavano mostrando qualcosa di allucinante.

Se mi soffermo a pensare rivedo cadere giù quelle Torri, l'emblema del Grande Sogno Americano, una delle tante immagini dello skyline di New York, immortalate in tantissimi film e poi quella polvere che si fa sempre più densa, sembra quasi che entri nelle nostre case, i volti delle persone che si sono salvate e stanno fuggendo, maschere di fango, di detriti.

Le Torri portano nel loro bagaglio di morte le migliaia di persone che si erano svegliate quella mattina, come tutte le mattine, per la loro giornata di lavoro e non avrebbero mai potuto immaginare quale potesse essere il loro destino.

Ci sarebbero da scrivere e scrivere chissà quante parole per ricordare quella mattina di "follia umana" e tutto quello che avvenne nei giorni successivi; il grande coraggio dei pompieri americani, (molti di loro hanno sacrificato la loro vita), la solidarietà di tutto il mondo, anche dei nemici storici, le centinaia di storie che furono raccontate, destini che si sono incrociati, e per qualcuno il suo destino è stato fatale.

Abbiamo avuto tutti paura, il terrore di cosa sarebbe potuto succedere da quel momento in poi, quale poteva essere il destino del mondo, come avrebbe potuto reagire lo Stato Americano, colpito a morte,  in una fase in cui il suo massimo esponente era Bush, un personaggio non certo votato al pacifismo.

Guardai negli occhi il mio ex titolare e la mia collega e non sapevamo cosa dirci ma stavamo capendo che, anche per noi, stava succedendo qualcosa e, superata l'emozione del momento, ci mettemmo subito al lavoro per assistere i nostri clienti (tre coppie in viaggio di nozze) che si trovavano negli States.

I cieli americani furono chiusi per giorni e giorni, velivoli parcheggiati in attesa di istruzioni, non si noleggiavano più macchine, l' America era in una situazione di massima allerta e di massimo terrore.

I mezzi di comunicazione, oltretutto non come quelli odierni, erano bloccati e non riuscivamo a metterci in contatto con questi sposini, non sapevamo dove erano, che fine avessero fatto e avevamo le famiglie che stazionavano in agenzia in attesa di notizie.

Solo dopo alcuni giorni, attraverso una serie di difficoltà di ogni tipo, riuscimmo finalmente a sapere, attraverso i corrispondenti in loco, dove fossero stati alloggiati i clienti, in attesa che riprendessero i collegamenti aerei e potessero rientrare in Italia.

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11 settembre 2001: una data che mai dimenticheremo.


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