lunedì 6 luglio 2015

Ciao vecchio mio




Ciao vecchio mio come va?

Ne è passato di tempo da quando anche tu facevi il mio stesso lavoro.  
Quando hai deciso di mollare non riuscivo a comprendere la tua decisione, a giustificare il perché tu potessi lasciare quello che era definito un lavoro da invidiare.
Oggi mi scrivi e chiedi a me, che ho resistito, di raccontarti se le tue previsioni fossero state previdenti e avessero già allora anticipato quello che sarebbe poi accaduto.
Ti devo dare in gran parte ragione quando tu mi dicevi che l'avvento di Internet e di tutto quello che sarebbe transitato in rete, avrebbe creato dei grossi problemi al nostro essere agenti di viaggi. Ero però così convinto delle mie capacità e delle mie risorse che non avrei mai potuto immaginare che in futuro il mio ruolo sarebbe stato così compromesso.
Tu già allora mi dicevi che la concorrenza del web, l'espansione dei voli low cost, la disintermediazione, e anche la scarsa professionalità di una buona parte degli agenti di viaggi, avrebbero avuto effetti devastanti che avrebbero portato alla chiusura di nomi storici del turismo, ma, testardo come sono, non volevo crederci.
E sempre tu che sapevi andare oltre la passione ed osservare il mondo con estrema lucidità, stavi capendo che il mondo stava prendendo una brutta piega e che la ferita che si era prodotta nel 2001 nel tragico giorno delle Torri Gemelle, non si sarebbe rimarginata con estrema facilità e avrebbe prodotto ulteriori guerre, genocidi, attentati, manifestazioni di piazza e tutto questo avrebbe cancellato mete storiche dal panorama delle destinazioni turistiche.
Oggi, mi chiederesti di spiegarti tante di quelle cose che tu non conoscevi, di parlarti dei network e vorresti che io ti spiegassi quale ragione possa avere un'agenzia nel far parte di questi network o se è meglio continuare con le proprie forze.
Cercheresti ancora quegli strumenti che accompagnavano le tue giornate in ufficio: il timbro, la convalidatrice, i biglietti  cartacei, le stampanti laser, le piastrine delle compagnie aeree, l'agenda con i numeri telefonici degli operatori da chiamare per chiudere la prenotazione, i manuali, le guide....amico mio tutto sparito e a volte ho la sensazione che abbiamo perso anche la nostra capacità mentale di ragionare, di fare un calcolo, di pianificare le cose da fare.
Forse chissà cercheresti pure il "fattorino" figura storica delle agenzie che, soprattutto in questo periodo, correvano da una parte all'altra delle città, nonostante il caldo torrido,per consegnare in tempo i "documenti di viaggio" le borse omaggio e le guide tascabili a clienti che pazientemente attendevano in agenzia, conversando con il "banconista".
Se tornassi in agenzia scapperesti subito perché vedresti un mondo che è troppo cambiato e non riusciresti, tu che sei cresciuto con un altro stile di approccio alla vendita, a capire tutte queste persone che entrano e sembrano quasi voler sfidare il "banconista", sarebbe difficile spiegarti cosa sono le recensioni su Trip Advisor a te che viaggiavi, spesso a spese tue per andare a conoscere il mondo, a vedere gli alberghi, le camere, i ristoranti, a viaggiare con gli stessi mezzi di trasporto che avrebbero poi usato i tuoi clienti e queste erano le tue recensioni, recensioni fatte con obiettività ma anche con il cuore, perché sapevi che lo stavi facendo per il tuo cliente e non avresti mai voluto tradire la sua fiducia.
E se ti informassi pure su quelle che sono le misere se non quasi nulle provvigioni che ci danno le compagnie aeree, ferroviarie e marittime, a fronte di un impegno che è diventato paradossalmente più complicato e rischioso di prima, e per compensare chiediamo un diritto di agenzia, una fee, chiamala come ti pare e dobbiamo pure discutere con i clienti per fargli accettare questo "obolo", allora a quel punto tu probabilmente diresti che siamo solo dei folli ad andare avanti così.
Siamo folli, siamo incoscienti, siamo troppo grandi di età per cercare un'alternativa, siamo troppo giovani per rinunciare subito, abbiamo paura di rimetterci in gioco, crediamo ancora che tornerà il bel tempo, siamo soddisfatti e la nostra agenzia ci rende ricchi e felici, chissà quale sarà la vera motivazione che spinge ancora tanti di noi ad alzare ogni mattina la serranda?

Ho provato ad immaginare un ipotetico dialogo (e neanche tanto ipotetico) con un ex agente di viaggi


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