Da un p0' di tempo, dapprima con scetticismo e poi sempre più con entusiasmo, mi sono anch'io avventurato in tutto quello che ruota intorno al mondo dei blog, dei social network, della comunicazione virtuale. Si prova una strana sensazione nello scrivere un testo e sapere che, una volta pubblicato, esso parte come quando si mandava un messaggio in una bottiglia in mare, augurandosi che le onde lo portassero a destinazione. Ci si chiede se il gesto di scrivere sia un modo intimo di comunicare con sé stessi o se invece manifesti il desiderio di condividere una parte di sé con dei destinatari che non si conoscono, perché non si può sapere in anticipo chi potrà provare la curiosità di leggerti e chi impegnerà una parte del suo tempo per questo scopo.
Ritengo però che sia altrettanto corretto presentarsi a chi, eventualmente, avesse la bontà di soffermarsi sulla lettura di uno sconosciuto qualsiasi, che ha avuto l'idea di dedicare un blog ad una professione, quella dell'agente di viaggi.
Chi potrebbe, eventualmente, leggermi? forse qualche collega incuriosito o chissà una persona che non è mai entrata in una agenzia, ritenendola superflua, o invece una delle persone, e ce ne sono ancora tante, che affidano l'organizzazione delle loro vacanze a noi agenti di viaggio.
Indipendentemente da chi mi dovesse leggere, visto che ogniqualvolta ci si inserisce in uno dei tantissimi social network, o in un blog, o in qualsiasi altro analogo mezzo di comunicazione, si viene profilati e ci si ritrova "schedati" dappertutto, mi auto profilo.
Ho chiamato questo post UN MESTIERE UNA PASSIONE, e già questo la dice lunga sul modo in cui mi sono sempre approcciato a questo bellissimo lavoro. La spinta che mi ha sempre dato la voglia di svegliarmi, ormai da ben più di 30 anni, con la stessa energia di sempre è la grande, immensa passione con cui ho vissuto questi lunghi anni dietro la scrivania di una agenzia di viaggi, anzi per l'esattezza di tre, avendo cambiato azienda per tre volte, ma il risultato è sempre stato lo stesso: tanta, tanta passione e tanto, tanto amore per questo mestiere.
Già di questo mi devo rendere grato alla vita e a me stesso per avere avuto la fortuna di fare il lavoro che amo, sapendo quanto sia frustrante svegliarsi la mattina e andare in un posto di lavoro odiato, o fatto solo perché si deve in qualche modo campare (e comunque anche in questo caso bisogna esserne grati, pensando a chi non ha uno straccio di occupazione!).
Socchiudendo gli occhi e rivedendo tutti questi anni mi vengono in mente tante bellissime immagini, le centinaia di persone che mi sono visto sfilare davanti, le tante mani che ho stretto, i sorrisi con cui mi è stato detto grazie, le tantissime cartoline speditemi da ogni luogo del mondo, coppie in viaggio di nozze che ancora a distanza di tempo mi incontrano, casualmente, e si ricordano di un viaggio che hanno fatto tanti anni fa ed oggi mi presentano il figlio, cresciuto, e gli dicono "sai chi è questa persona? quello che ci ha organizzato la luna di miele!. Tantissime manifestazioni di affetto, di stima, di gratitudine che hanno alimentato il serbatoio della passione per il lavoro, anche nei momenti più difficili, più drammatici.
Si perché il nostro lavoro è un lavoro affascinante e non potrebbe non esserlo, vendendo l'idea di un'emozione, un sogno che diventa realtà solo all'arrivo a destinazione, ma ci ha riservato momenti difficilissimi, dovuti, soprattutto a tutto quello che è andato succedendo nel mondo, mettendo sempre più a repentaglio l'armonia tra i popoli, la sicurezza e restringendo di conseguenza il mondo ipotetico (non ultimo le mete così a noi vicine come tutto il Nord Africa, paesi che come la Tunisia, il Marocco, l'Egitto, meritano, assolutamente di tornare ad essere regine incontrastate delle vacanze degli italiani.)
Come non ricordare le ore 15.00 circa di un 11 settembre in cui ero appena tornato dal bar per un caffè rigenerante, e rientrando in agenzia trovai i miei colleghi turbati dalle prime notizie che stavano arrivando dagli Stati Uniti, e, ancora, nessuno aveva capito quello che poi sarebbe stato il vero dramma.
Abbiamo passato delle giornate al massimo della tensione perché oltre alla preoccupazione che tutto il mondo stava vivendo, noi avevamo persone in giro per il mondo e soprattutto clienti negli States, bloccati, in attesa di notizie, in attesa di un aereo che li riportasse in patria. In Italia c'erano i parenti, afflitti, i quali passavano le giornate nei nostri uffici per avere notizie, e in quei tempi non avevamo skype, internet ai livelli di oggi e quindi potete immaginare cosa ha significato questo per noi, eppure siamo riusciti a dare assistenza a tutti e questo è un monito per tutti coloro che ci snobbano...facile quando tutto va bene ma quando si creano problemi, anche senza arrivare a questi livelli, forse l'essersi affidati ad un professionista può fare la differenza.
Ci si affeziona ai clienti, diventano amici, fanno parte di te e, purtroppo, nel carnet dei ricordi ci metto pure qualche episodio triste e non posso non ricordare un giovane cliente che aveva prenotato da me, e ancora ho il suo viso davanti, e, purtroppo ha perso la vita per un maledetto incidente, appena arrivato sul luogo di vacanza. Apprendere la notizia fu uno shock terribile.
Non mi stancherei di continuare a scrivere però non voglio neanche dilungarmi troppo e ci saranno altre occasioni per parlarvi di questa professione, di destinazioni turistiche, di consigli utili per evitare le "fregature", di tutto quello che "forse" potrebbe interessarvi.
Santo
Ciao Santo.
RispondiEliminaGrazie di esistere.
Non ci conosciamo ancora, ma d'ora in poi questa lacuna sarà colmata...
Grazie, sinceramente.
Pace e bene...