vista dal parco esterno |
Se vi ponessi una domanda e vi chiedessi cosa possa ospitare questo edificio futuristico, sono sicuro che la stragrande maggioranza delle persone, compresi quasi tutti gli agenti di viaggi, a tutto penserebbero meno alla possibilità che dentro di esso ci possa essere una agenzia di viaggi.
Ed invece in questo "gioiello futuristico" c'è un'agenzia di viaggi, l'agenzia di un mio carissimo collega, Francesco Marini e non ho alcuna remora nel dedicare un post di questo blog a lui, al suo staff e a tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione di un progetto così ambizioso.
Al di là della conoscenza reciproca e della militanza di entrambi in questo settore da tantissimi anni, al di là dell'essere legati al ricordo di un viaggio bellissimo che abbiamo fatto insieme ad un piccolo gruppo di fortunati agenti di viaggio in Vietnam, in anni lontani, anni in cui questo Paese si cominciava ad aprire al turismo occidentale, ritengo sia giusto dare atto a chi ha creduto in una scommessa così ambiziosa.
Immagino che una delle facili obiezioni potrebbe essere "facile a dirsi ma per fare una cosa del genere ci vogliono tanti soldi". Sono d'accordo anch'io che un investimento del genere, possa comportare un esborso ingentissimo ma non è questo il punto di vista da cui partire.
In un periodo di così forte crisi economica, un periodo in cui il nostro settore sta attraversando una fase di estrema congiuntura negativa, e in cui le agenzie di viaggi e i tour operator debbono affrontare ogni giorno sfide complicatissime, Francesco avrebbe potuto investire i soldi in altra attività, forse più redditizia, forse più gratificante, eppure ha creduto che ci possa essere ancora un futuro per il nostro settore, ma, ovviamente, adeguandosi ai tempi che cambiano alla velocità della luce, aprendo la mente a nuove prospettive di business, che possono partire dal luogo in cui si vendono viaggi.
Ero molto curioso di presenziare all'inaugurazione. Quando sono arrivato lì, già l'esterno, così inusuale, così proiettato in una dimensione completamente al di là di quella dimensione a cui siamo abituati, la curiosità ed il desiderio di varcare la porta aumentavano.
La prima sensazione che ho avuto è stato lo stupore, la meraviglia, di trovarmi in un ambiente di lavoro che è il mio ambiente di lavoro da più di trent'anni ma è come se avessi visto davanti a me quello che potrebbe essere il futuro.
Un modo di intendere l'agenzia non più come il luogo a cui siamo abituati, ma la capacità di riuscire a coinvolgere le persone in un viaggio sensoriale, facendo pregustare al cliente la sensazione della vacanza, del viaggio che andrà a fare.
E d'altro canto questa è la vera anima del vero agente di viaggi: non è mettere su una vetrina l'offerta speciale, correre dietro al prezzo più basso, inseguire il punto in più di commissione, rincorrere i promoters per farsi invitare ad una festa o a un educational, vendere tutto pur di fare cassa e tutte le altre deformazioni che ci hanno portato ad una dequalificazione ed a un impoverimento, morale e materiale, della nostra professione.
Io ricorderò sempre la soddisfazione che provavo quando non esistendo Internet il cliente ascoltava i miei racconti e mi diceva "lei già mi fa stare in vacanza", tutto si basava sul parlato e sul modo di raccontare.
Oggi abbiamo tantissimi supporti a disposizione, eppure sembra che stia sfuggendo a tutti il valore più importante: il valore dell'esperienza, della competenza, del contatto umano e parlando con Francesco ho capito che pur in mezzo a tanti dispositivi tecnologici, in mezzo a tanti supporti futuristici, c'è, pur sempre, l'anima dell'agente di viaggi.
Pensare che un collega abbia potuto fare un investimento così forte, credendo ancora nella possibilità di un futuro per le agenzie di viaggi, mi dà coraggio e la speranza che, passata la sbornia "internettiana", si ritorni a valorizzare chi ha sempre svolto il lavoro di agente di viaggi con cura e attenzione al cliente. Essere riconosciuti, per quello che siamo, dei professionisti, e non essere paragonati a chi è capace solo di creare degli assemblaggi di servizi, mandandoli in rete come se fossero dei veri viaggi, quando sono sono solo dei grandi contenitori, supportati da una forte spinta mediatica. Possono andar bene anche questi contenitori per una certa tipologia di clientela, ma sono un modo diverso di usufruire del prodotto turistico.
Vendere un viaggio è capire chi hai di fronte, parlare con lui, ascoltare le sue esigenze, immedesimarsi, per poi consigliarlo al meglio.
Acquistare un viaggio è fidarsi di chi si mette a tua disposizione, essere leali con il venditore, sapere che davanti hai una persona competente, preparata, che saprà accompagnarti in ogni fase dell'acquisto e non ti lascerà mai da solo.
Nessun commento:
Posta un commento