domenica 19 gennaio 2014

I VICOLI DI ROMA




Se vi chiedessero quale sia la prima cosa che vi viene in mente pensando a Roma, sono sicuro che avreste difficoltà a scegliere quale mettere al primo posto e si cadrebbe anche nel rischio di confondere la straordinaria bellezza della nostra città con tutte le brutte cose che, purtroppo, stanno danneggiando la sua eterna immagine.
Roma racchiude tutto quello che la storia può averci dato, non vi è epoca che non trovi qui la sua espressione e di questo noi romani non possiamo che esserne fieri, anche se spesso ci dimentichiamo di quanto siamo fortunati solo per essere nati e vivere in questa città.
C'è la Roma che tutto il mondo conosce e per la quale la gente arriva da tutto il pianeta, ma esiste anche una città più intima, più segreta, una città che è come se fosse racchiusa in uno scrigno ed è la Roma dei vicoli, delle piazzette, dei cortili.
E' la città che si nasconde al traffico delle grandi arterie, è la città che cerca ancora di preservare quelle caratteristiche che sono la sua anima,  resistendo alla modernità che la invade e la stravolge.
E' un labirinto di piccole strade che si snodano intorno e a ridosso di tutti i luoghi che hanno reso celebre Roma nel mondo: li trovi vicino a Fontana di Trevi, alle spalle del Foro Romano,  nei pressi del Colosseo, sotto il Quirinale, nei dintorni di Campo de Fiori.
Il miglior modo per entrare nell'anima di questi vicoli è andarci, come ho fatto io, in orari e in giorni in cui sono meno trafficati, possibilmente da soli, con il cellulare spento,  lasciando i pensieri a casa, e pronti a sorprendersi.

Sorprendersi, come e di cosa? 

Camminando a testa alta e con lo sguardo attento: si aprono davanti agli occhi scenari di incomparabile bellezza e fascino, dove può capitare che l'antico si confonda al barocco, dove la cupola di una chiesa si integra in una torre medievale, in un crogiolo di stili architettonici che solo una città "eterna" può dare.

Mentre passeggi, ti accorgi che non c'è più il rumore della città, è come se fossero scomparse tutte le macchine, tutti i fastidi e allora la camminata si trasforma in una piacevolissima passeggiata, e, non essendo più distratto da nulla, comincerai a notare tanti particolari: l'edera che scende da un balcone, un vaso di gerani in una finestra, il soffitto di una casa antica, le insegne murarie che ricordano il personaggio che ha vissuto in quella casa, in quel palazzo, le immagini sacre a cui si chiedevano le grazie, gli avvisi alla cittadinanza scritti nel Settecento.



I vicoli di Roma dove gli artigiani avevano le loro botteghe ed infatti ancora oggi molti di questi vicoli ricordano mestieri che non ci sono più: cappellai, calzolari, chiavari, giubbonari, botteghe che hanno fatto da scena a tanti film del neorealismo ed erano l'anima della nostra città.
Oggi queste botteghe non esistono quasi più, rimane traccia su qualche scritta, ormai cancellata dal tempo, le generazioni che si sono succedute hanno preferito vendere o adeguarsi alla modernità e così quella che era la trattoria è diventata un wine bar, dove prendevi il latte ora c'è il mozzarella bar, dove mangiavi un bel piatto di rigatoni cacio e pepe oggi trovi il kebab, dove aspettavi la "vignarola" che ti vendeva frutta e verdura del giorno trovi l'angolo biologico.

Ho camminato in questi vicoli e ho provato ad immaginare quale fosse l'atmosfera che si respirava in questi cortili, in queste piazze, dentro questi palazzi, in queste case.
Mi sono venuti in mente film come "In nome del Papa Re", "Il Marchese del Grillo" e poi ho ripensato agli anni della guerra e della ricostruzione, ai film di De Sica "Ladri di Biciclette" ed ero lì in attesa che si materializzassero davanti ai miei occhi i "Poveri ma Belli", che mi venissero incontro Renato Salvatori, Maurizio Arena e tutti quei personaggi che erano la Roma di allora e mi raccontassero come era la città in quegli anni.

Oggi questa città sembra essersi persa, si succedono nuovi sindaci che, oltretutto non sono neanche romani, lanciano grandi iniziative e spesso creano più caos di quanto già ce ne sia.
Il degrado, la sporcizia, la noncuranza aumenta e con essa anche la rabbia di noi romani ma poi basta poco per riappropriarsi della nostra città perché lei è li pronta in ogni momento  a regalarti attimi di incomparabile bellezza che ti fanno dimenticare ogni sua bruttura ed è in quell'attimo che ti senti, comunque, grato alla vita per essere nato, cresciuto in questa meravigliosa città.


giovedì 16 gennaio 2014

SI RIPARTE



E' il primo articolo del 2014 e vorrei scrivere un bel pezzo di quelli che ti fanno andare l'ottimismo al massimo livello.
Purtroppo, il perdurare della crisi, le incertezze sul futuro, lo scenario politico che non promette nulla di buono, le trasmissioni televisive che portano alla ribalta il dramma sociale che sta vivendo gran parte del nostro Paese, mettono in ombra la positività anche di una persona estremamente ottimista quale sono io.
Nello stesso tempo però sento dentro una grinta, una forza, e direi anche una rabbia per il non voler accettare quel sentimento di pessimismo, di apatia, di stanchezza, che in gran parte sta allargandosi a macchia di leopardo e trova facilmente eco nelle conversazioni che si fanno in ufficio o quando ci si incontra con altri addetti al settore.
Una lamentela continua che si somma alle preoccupazioni che si avvertono e si percepiscono quotidianamente nella fatica che tanta gente fa per arrivare non più alla terza ma addirittura alla seconda metà del mese.


E allora cosa può fare un agente di viaggi per ribaltare queste posizioni?
Continuare ad andare avanti come se nulla fosse, ignorando la realtà e drogandosi ancora di quella "sana follia" che è stata la forza che ci ha sempre permesso di resistere nei momenti più difficili, quella sorta di autoipnosi che ci prende quando ci facciamo totalmente assorbire dal desiderio di dare il meglio di noi stessi per esaudire il desiderio di viaggio di chi si rivolge a noi, e, spesso, siamo così ebbri da non renderci conto che ci sono anche persone che sfruttano la nostra "sana follia" per carpirci segreti ed informazioni utili, creandosi poi da soli il viaggio per il quale noi abbiamo fornito consulenza gratuita.
Dovremmo essere più cinici, più furbi, più scaltri. Probabilmente c'è anche chi ci riesce ma non è facile cambiare abitudini, personalità, modi di fare che si sono, ormai, radicati in noi stessi.
Negli ultimi anni, soprattutto per chi ha vissuto gli anni più belli di questa professione, abbiamo assistito ad uno sconvolgimento che ha stravolto tutto quello che era il passato e non mi riferisco solo al rapporto cliente - agenzia di viaggi, ma lo sconvolgimento è stato anche endemico, andando a stravolgere dinamiche di vendita, stili di comunicazione, tempistiche di acquisizione del prodotto turistico.
In un'epoca in cui la tecnologia dovrebbe rendere tutto più semplice, mi sto rendendo conto che al contrario le cose sono diventate più complicate, si fa più fatica nel comunicare, si passano ore su un computer, siamo bombardati da messaggi di ogni tipo, stiamo perdendo il gusto, la bellezza del contatto visivo, quando mi
bastava guardare un cliente per comprendere le sue aspettative e conquistarmi la sua fiducia, quando gli amici ti cercavano e aspettavano con trepidazione l'arrivo del catalogo estivo per cominciare a pregustare la settimana al mare.
Oggi si combatte contro entità astratte, contro un contenitore di offerte, contro grandi multinazionali che hanno soldi a palate da investire, contro testate giornalistiche con illustri redattori, che anziché vendere notizie vendono viaggi.
Un mondo a volte senza regole, in cui ci sono squali feroci a caccia di prede, in cui il "furbetto del quartiere" si dà un tono di grande esperto, attira prede nella sua rete per poi dileguarsi e scomparire, lasciando alle notizie di un giorno la cronaca dell'ennesimo bidone, confondendo poi chi è serio con chi è un malfattore, e questo è un dramma che si ripete costantemente in alcune trasmissioni televisive che provano gusto nel demonizzare la nostra categoria.
Il passato e tutto quello che questo lavoro mi ha dato nel passato è ormai soltanto un contenitore di bellissimi ricordi e sono consapevole che quel passato non potrà più tornare ma resterà nella mia mente, nel mio cuore e mi accompagnerà ogni giorno della mia vita. 
Il futuro è una grande ipoteca, una scommessa, una sorta di gioco in cui grattare per vincere ma devi trovare il numero giusto e quale sarà questo numero?
Allora come predicano i maestri spirituali esiste solo un momento prezioso, e il momento più prezioso per ognuno di noi deve essere il momento presente, il Qui e Ora, l'Adesso, lo possiamo chiamare come meglio ci piace e per me il mio Adesso è il sapere che, comunque, pur tra mille difficoltà c'è il mio bagaglio professionale, c'è la stima dei clienti, l'affetto dei tantissimi colleghi e colleghe in tutta Italia, c'è la nostra agenzia a cui io e le mie carissime compagne di lavoro abbiamo dato tantissimo e a cui vogliamo dare ancora tanto.
Si riparte per un nuovo anno e il blog continuerà ad essere il mio personale diario di bordo.
Ringrazio già da adesso chi mi segue da tempo e mi incoraggia nell'andare avanti in questa mia passione di scrittore e tutti coloro che si aggregheranno nei prossimi mesi.

(Santo)