"Buongiorno Prof."
Ma chi me l'avrebbe detto che un giorno sarei stato apostrofato così?
Chissà se quando ero sui banchi di scuola, avrei potuto pensare di trovarmi un giorno dall'altra parte, addirittura sulla cattedra.
Ed invece quello che non pensavo si potesse avverare si è avverato.
Con questo non voglio dire che abbia trasformato la mia vita professionale da agente di viaggi a professore, anzi non mi permetterei mai di sostituirmi a chi lo fa di professione e accompagna gli studenti in un percorso di vita molto importante.
Il mio modesto approccio alla figura di professore, l'ho avuto nel corso di alcune docenze che ho svolto in alcuni Istituti Pubblici e in alcune Scuole Private, dove ho tenuto dei corsi di biglietteria e degli interventi tecnici sull'organizzazione di pacchetti turistici.
Ricordo la prima volta che entrai in una classe, e ci ritornavo dopo tanti, tanti anni e nell'attesa che squillasse la campanella che avrebbe sancito l'inizio della lezione, sentivo scorrere in me l'adrenalina e mi chiedevo se sarei stato capace di gestire una classe per una lezione che si sarebbe svolta dalla due alle cinque di un venerdì pomeriggio.
L'impatto non fu dei migliori, perché mi ritrovai davanti ad un uditorio di ragazzi e ragazze che tutto pensavano meno che a darmi l'attenzione e avevo la sensazione che stessi parlando da solo.
La tensione aumentava, sentivo la difficoltà di riuscire a prendere in mano la situazione e avevo il timore che mi potesse sfuggire. La classe mi sembrava molto più interessata a guardare il telefonino, a chattare di nascosto, che al sottoscritto che era arrivato lì con la sua bella lezione infarcita di codici, non facilmente digeribili e assimilabili di venerdì pomeriggio.
Il secondo approccio lo ebbi in altro Istituto che forse per la sua collocazione aveva una frequentazione di persone meno vivaci, e, quindi, qui ebbi modo di svolgere le mie lezioni di biglietteria con più facilità, trovando attenzione e collaborazione, ma forse era anche il mio modo di approcciarmi al pubblico studentesco che andava migliorando.
Nelle scuole private il compito è più facile, l'attenzione è maggiore se non altro perché chi le frequenta paga una certa somma per iscriversi e quindi dimostra un maggiore interesse.
Questa mattina, dopo un periodo di interruzione dalle brevi docenze, sono ritornato in un importante Istituto Tecnico per il Turismo della nostra città, probabilmente il più famoso, se non altro per il nome che ha e che ricorda a molti di noi, agenti di viaggi, una scuola prestigiosa nella quale tanti di noi si sono formati e preparati, in un periodo in cui la selezione era veramente fortissima.
La mia partecipazione si inseriva in un lodevole progetto di alternanza scuola-lavoro in cui gli studenti delle terze sono chiamati a simulare il lavoro di un'agenzia di viaggi nella preparazione e stesura di un programma di viaggio da sottoporre ad una Scuola per la gita scolastica.
Si tende spesso a criticare i giovani ed invece questa mattina ho avuto la riconferma che i giovani hanno voglia di apprendere, sono curiosi, vogliono capire. hanno spirito d'iniziativa e intraprendenza.
Hanno proposto dei programmi di viaggio così ben articolati, e ben presentati sia nella forma scritta che nella forma verbale, da meritarsi tutti i complimenti.
Mi dispiace solo costatare il loro evidente imbarazzo e perplessità nel voler capire se ha un senso ancora oggi andare a studiare in un Istituto per il Turismo e non di rado mi viene rivolta la domanda se l'agenzia di viaggi avrà un futuro oppure è destinata a scomparire.
E' una domanda che spesso mi sono posto anch'io, e forse il tempo che mi resta da dedicare a questa professione, mi permetterà ancora di non assistere all'estinzione definitiva della specie ma capisco il quesito posto da un diciottenne che vuole pensare a quale indirizzo dare alla sua vita futura.
Agenzie o non agenzie, quello di cui sono sicuro è che il turismo, la voglia di viaggiare, di scoprire il mondo, non terminerà mai e quindi ci sarà sempre spazio in questo mondo per chi avrà la passione, la determinazione e la voglia di arrivare a raggiungere delle mete, degli obiettivi.
Se io nel mio piccolo riesco a trasmettere a chi oggi è di là dove ero io tanti anni fa, la passione e la determinazione con cui ho sempre vissuto il mio lavoro, posso dire di aver raggiunto un grande successo personale.