lunedì 22 dicembre 2014

CARO BABBO NATALE






"Caro Babbo Natale per quest'anno vorrei ricevere il libro "Giro del Mondo in 80 giorni" e quando sarò grande il mondo lo voglio girare anch'io e lo voglio raccontare agli altri."

"Caro Babbo Natale oggi che sono un uomo maturo e sono passati tanti anni da quando espressi quel desiderio, gran parte del mondo ho avuto la fortuna di girarlo e forse continuo ad essere un sognatore come lo ero allora."

Mi sono disteso al sole su spiagge bellissime, bagnandomi nelle acque degli Oceani che circondano il nostro pianeta.

Ho visto nascere e morire il sole, dove realmente nasce e muore il sole, assistendo a degli spettacoli che non puoi dimenticare e questi spettacoli mi hanno fatto ancor più accettare la vita nel suo continuo alternarsi tra la luce e il buio.

Ho abbracciato, stretto le mani, e ascoltato gente di altro colore, di altra cultura, di altra religione e di tante di queste persone ho dei ricordi indelebili.

Ho soggiornato nei grandi alberghi, nei resort dove tutto si tinge di rosa ma fuori di questi alberghi mi sono confrontato con la durezza e la fatica del vivere, incontrando però persone coraggiose, umili e fiere di se stesse.

Questo mondo che in parte ho visto, l'ho raccontato e lo continuo a raccontare, condividendo le mie emozioni e i miei racconti con chi come me è partito alla scoperta del mondo, quel mondo che non deve necessariamente essere lontano da noi ma può essere anche molto vicino a noi.

Quel desiderio si è realizzato perché credo che i sogni che si fanno da bambini non possono rimanere dei sogni e per realizzarlo ho avuto due genitori stupendi che pur tra mille difficoltà mi hanno aiutato a mantenermi gli studi e a permettermi di arrivare ad avere quella qualifica con la quale mi potevo presentare nel mondo che avevo sognato.

E con quella qualifica incontrai la prima persona che mi dette fiducia, credette in me e mi dette modo d'iniziare il mio lungo percorso.....

Oggi che non posso più farmi prendere in braccio da te, anche se a dire il vero lo vorrei, cosa potrei chiederti?

Di continuare a girare il mondo? di continuare a raccontarlo?

Si anche questo, ma la maturità ti porta a chiedere altre cose e vorrei che per una sera il telegiornale ci desse delle notizie di madri che amano i loro figli e li proteggono dalle insidie di quel mondo che non è il mondo che tutti vorremmo, vorrei sentir parlare di donne che hanno incontrato un "principe azzurro" e quel principe non si è trasformato in orco cattivo ma ha continuato ad amare e rispettare la sua principessa, non vorrei più vedere i visi di tutte quelle persone ipocrite che si vendono per il vile denaro, speculando sulla fatica e sul disagio delle persone normali.

E vorrei che questo mondo che sappiamo essere bello proprio nella sua diversità possa ritrovare quella serenità, quella pace, quell'armonia che ci dia la possibilità di poterlo girare senza paure e senza ansie di alcun tipo, ma forse anche per te Babbo Natale ti sto chiedendo qualcosa di troppo grande.

Dedico questa lettera ai miei genitori, che mi hanno aiutato a realizzare quel sogno di bambino e la dedico a tutti quelli che in questi lunghi anni mi sono stati vicino nelle agenzie in cui ho lavorato, e tutti i colleghi (siete così tanti che non vi posso nominare tutti) straordinari che hanno collaborato e condiviso la bellezza di questo nostro mondo, quel mondo che tutti noi continueremo a raccontare a chi ancora saprà apprezzare la bellezza del dialogo e del contatto umano e non posso non dedicarla alle tante persone che ormai non li chiamo più clienti ma amici, i quali rinnovandomi la loro fiducia continuano a darmi l'entusiasmo di andare avanti nel mio lavoro.


Buon Natale a tutti.

lunedì 8 dicembre 2014

Roma, nessuno potrà uccidere la tua bellezza.







Roma "La Grande Schifezza", "Roma Mafiosa", sono gli ultimi appellativi che ti hanno voluto assegnare dopo che per anni ti hanno chiamato "Roma Ladrona".

Ma tu non ti fai piegare da queste infamie e noi romani che siamo cresciuti in questa città, che tutto il mondo ci invidia, continuiamo ad amarti.

Ci fanno male le notizie che parlano di un virus letale che si è inserito nel tessuto della nostra bella città, evitiamo quasi di parlarne per esorcizzarne il male.

Ma come possiamo non continuare ad amarti?

Come possiamo tradire l'amore che abbiamo per te se tu continui, inesorabile, ad ammaliarci, a sedurci, a non stancarci mai di te.


E come ci si può stancare di una città che a dicembre ti regala una magnifica giornata di sole, un sole che ti entra dentro casa e ti scuote dal torpore, dalla pigrizia e ti porta nelle strade del centro a girovagare, ripercorrendo strade che chissà quante volte hai percorso, eppure sei di nuovo lì, come se fosse la prima volta, a scattare foto, una dietro l'altra, come un turista impazzito, come un bambino curioso.


Una città che, in un giorno di festa, si addobba al meglio per regalarti uno spettacolo di gioia, di serenità.

Strade stracolme di persone, di gente allegra e sembra che per una strana magia, nessuno stia più pensando ai problemi di tutti i giorni, è come se fossimo tutti presi da un incantesimo e fossero svanite nel nulla tutte le ansie, le preoccupazioni o quantomeno te le ritrovi quando tornerai a casa, ma per qualche ora sei riuscito a non pensarci.

E' la città delle grandi e piccole piazze, la città del caos dei luoghi più frequentati
dai romani e dai turisti con le loro guide in mano, ma è anche la città dei vicoli segreti, più nascosti, quelli dove in un secondo entri in un'atmosfera in cui pensi di non essere più in una grande metropoli ma di percorrere le strade di un borgo.

E' la città dove a dicembre ristoranti,, bar, enoteche si riempiono di persone e per accoglierle mettono i tavolini in strada e la festa è ancora più bella.

E' la città in cui ti affacci su una delle sue terrazze e davanti ti si presentano delle panoramiche degne dei più grandi artisti ma per te sono lì completamente gratis e a te non resta altro che lasciarti sedurre da tutto quello che vedi: le vestigia dell'antichità, i tetti e le terrazze romane, i cento campanili, le cupole tra cui spicca il Cupolone.

E' la città in cui folle oceaniche si radunano in una piazza, aspettando senza impazienza l'arrivo del Papa, non lo riesci a vedere tanta è la gente, ma la sua voce ti fa scorrere i brividi sulla pelle.

Come possiamo pensare, noi romani, che a volte ti sopportiamo ma sempre ti amiamo, ad accettare che la nostra meravigliosa città che ci ha fatto nascere qui e qui ci ha fatto vivere, possa essere confusa con la Mafia, con la Corruzione, con lo Schifo, no Roma tu non lo meriti, non lo meritano i romani che ti amano e ti rispettano e non lo meritano le migliaia di persone che ogni anno vengono a visitarti da ogni parte del mondo e di te s'innamorano.

Dedicato alla mia città

Santo