lunedì 24 agosto 2015

L'estate sta finendo



"L'estate sta finendo. 
E un anno se ne va 
Sto diventando grande 
Lo sai che non mi va."

Così cantavano i Righeira in quel tormentone che caratterizzò l'estate del 1985, un motivetto che ancora oggi fa piacere canticchiare, magari per ricordare i momenti belli vissuti nell'estate che anche quest'anno si sta avviando verso il suo epilogo.

Sì è vero ancora c'è il mese di settembre per godere di un periodo di vacanza ma ormai i giochi sono fatti.

E' vero che l'estate sta finendo, ed è anche vero che io sono diventato grande e lo so che non mi va.

Da quando ho iniziato a lavorare in una agenzia, per ben 35 volte, tanti sono i miei anni dedicati a questo lavoro, ho potuto dire "l'estate sta finendo" e chissà quante persone si saranno  innamorate durante l'estate, quante persone hanno visitato quel luogo che era nei loro sogni, chissà quante persone sono tornate cambiate da un viaggio.

Purtroppo tante cose sono cambiate nel nostro lavoro e quindi anche il nostro modo di vivere l'estate è cambiato.

Prima era come percorrere una lunga maratona, fatta di fatica, di resistenza, di tenacia, era un dedicarsi anima e corpo ad una sorta di missione che era quella di dare il meglio di sé stessi per immedesimarsi nelle persone che venivano da noi a chiederci consigli e suggerimenti per la loro vacanza. Non ci spaventava il tempo, le ore passavano senza che neanche ce ne accorgessimo perché sapevamo di dover dare delle risposte e volevamo dare le migliori risposte, affinché quel cliente, una volta arrivato sul posto della vacanza, luogo che il più delle volte veniva scelto in base ai nostri suggerimenti, trovasse tutto quello che gli avevamo prospettato, e lui si potesse dedicare completamente al suo momento di gioia, di tranquillità. 

 (un'estate fa)

Non c'era Facebook, non c'era WhatsApp, non c'erano i Selfie, niente di tutto questo. Aspettavamo con trepidazione il suo rientro e quella magica parola "Grazie" era il complimento più bello che potessimo avere, un complimento da cui nascevano relazioni che non erano più relazioni venditore - cliente, ma un rapporto di lealtà tra amici che si rispettavano.
Oggi non è una maratona, è una corsa ad ostacoli, non fai in tempo a superarne uno che già un'altro è pronto a metterti a dura prova.

Si lavora a vista, quasi improvvisando giorno per giorno, un continuo adattarsi alle situazioni che ci piombano addosso: guerre, calamità naturali, crisi, che si sommano all'attacco massiccio di forze potenti che ci hanno scatenato una forte battaglia nel mondo del web, andando a colpire senza scrupoli nell'immaginario della vacanza, puntando sul fattore prezzo che oggi in un periodo di forte recessione mondiale ha trovato un'eco planetaria, scardinando così tutti quei rapporti su quali si basava la nostra relazione con il cliente, improntata soprattutto sulla fiducia.

(essere professionali premia sempre)

Oggi si fa una fatica enorme a conquistarsi la fiducia, personalmente ce la metto tutta e  ne ricevo ancora tanta, a riprova che comunque sia la competenza, l'esperienza, la preparazione, la capacità di ascoltare le esigenze, l'empatia, restano delle virtù che si apprezzano e in molti casi fanno passare in secondo piano il discorso del prezzo.

Sarà  perché sono diventato grande, sento che ogni estate che passa, diminuisce un po' quell'entusiasmo con il quale ho sempre vissuto questo lavoro che per molti di noi è quasi una droga, cerchiamo di allontanarcene e siamo sempre qui a dirci " resisti, le cose andranno meglio".

Le abitudini sono difficili da cambiare e quando si è più grandi non è così immediato l'adattamento a nuovi modi di vendere una vacanza, non si può trovare soddisfazione nello stare dentro l'agenzia passivamente ad aspettare le istruzioni dei clienti che ti dicono loro cosa devi fare, quale albergo devi vedere, quale volo devi comprare e anche quale prezzo devi fare. Almeno per me è una forma di umiliazione, come se il mio ruolo si limitasse a digitare sul computer per conto di un'altra persona.

Fortunatamente a fare da contrappeso a questa situazione, esistono ancora le persone che entrano in agenzia, si rilassano, si siedono, ascoltano, si confrontano e insieme si parla di viaggio, di esperienza, si consulta una mappa, una guida per capire dove stia quel posto, cosa ha da offrire, al di là del prezzo più o meno conveniente e insieme si cerca di costruire un itinerario, un progetto, che come un abito su misura
si vada sempre più adattando alle vere esigenze, spesso inconsce, che stanno dietro l'idea di una partenza.

Questi sono ancora oggi i viaggi più belli che riesco a vendere, perché sono viaggi in cui due persone che magari fino a quel momento non si erano mai incontrate, io che sto lì nel mio mondo e un'altra persona che si avvicina, a volte anche con diffidenza, al mio mondo, si mettono sullo stesso piano per arrivare a realizzare insieme un comune obiettivo e la soddisfazione della riuscita del viaggio si raddoppia, perché da una parte c'è un professionista che ha saputo svolgere il suo ruolo e dell'altra c'è un cliente che si è fidato e ha vissuto un bel momento della sua vita. senza preoccuparsi di nulla, affidandosi completamente al suo "angelo custode"

In questa estate che sta finendo, voglio cogliere l'occasione di questo articolo per ringraziare ancora una volta tutti i clienti che da anni mi rinnovano la loro fiducia,i clienti che quest'anno hanno viaggiato grazie a me e alla nostra agenzia, quelli che si erano allontanati e sono tornati,  quelli che forse un giorno torneranno e sanno che saranno sempre accolti con il sorriso.

Una corsa ad ostacoli, in cui la forza di andare avanti mi è arrivata oltre che da me stesso, dalle persone che in agenzia mi sono state vicine, mi hanno supportato, e mi fa piacere dire i loro nomi: Annamaria, Emanuela, Valentina
da internet

Una menzione particolare alle tante ragazze e ragazzi che hanno effettuato periodi di stage, più o meno lunghi, presso di noi, per il loro contributo, per la loro voglia di apprendere, per le risate che ci siamo fatti anche insieme, per le lacrime che spesso hanno contrassegnato la fine del loro tirocinio (Buongiorno Prof)

L'estate sta finendo....

(Santo)












martedì 4 agosto 2015

Un'estate fa



da internet immagini


E' il 4 agosto e dovrei sentirmi logorato dalla stanchezza della stagione estiva, così come avveniva fino a non molti anni fa, quando si arrivava a ridosso di questi giorni e si si sentiva il peso, la fatica di un periodo di lavoro che, generalmente, iniziava con la Pasqua ed era un lasso di tempo più o meno di quattro mesi in cui davamo noi stessi, nel vero senso della parola.

Erano giornate senza tregua, agenzie stracolme dalla mattina alla sera, trattative che si protraevano oltre il normale orario di lavoro e spesso quando ritornavamo a casa eravamo attesi da amici e parenti  che con la scusa di venirci a trovare cercavano delle soluzioni per le loro vacanze, e sapevano di poter contare sulla nostra piena disponibilità.

Questi erano i giorni più frenetici, perché erano i giorni delle partenze e quindi era un correre da un capo all'altro della città per ritirare i documenti di viaggio da consegnare ai clienti in partenza; giornate a stampare e controllare biglietti di ogni tipo e a questo si sovrapponeva l'arrivo delle persone che non cercavano tanto il last minute, ma avendo avuto da poco la certezza del periodo di ferie, venivano in agenzia, consapevoli di rivolgersi ad un professionista che si sarebbe, comunque, dato da fare per mandarli in vacanza, seppur prenotando sotto data.

Vorrei riprovare quella stanchezza ed invece sono qui con una grande voglia di scrivere a conferma che ho ancora energie da spendere, proprio perché l'estate è scivolata via senza grandi sussulti e anzi a dir la verità credo che questa, almeno per me, sia stata la stagione più noiosa e monotona, dopo tanti, tanti anni dedicati a questo lavoro.

Le situazioni internazionali hanno quest'anno ridotto il mondo a pochissime destinazioni, mete di turismo soprattutto a scopo balneare, con collegamenti aerei gestiti in gran misura da compagnie aeree low cost e quindi, pur con tutto il mio rispetto anche per questo tipo di vacanza, è un prodotto in cui alla fine il contributo di un agente di viaggi, con tutti i suoi trentacinque anni di esperienza, si riduce ad un ruolo quasi passivo, di mera esecuzione di un lavoro, svolto prevalentemente dal cliente stesso che ha già visto il prezzo del biglietto aereo, il prezzo degli alberghi, il prezzo di una eventuale auto noleggiata.

Qualcuno potrebbe obiettare che in questo ci dovremmo sentire, invece, più contenti, perché così si è facilitato il nostro compito. All'apparenza sembrerebbe così ma nella realtà non lo è.

Non sempre, fortunatamente, ma spesso, ci si confronta con un mondo fatto di informazioni attinte spesso da canali improvvisati e che non hanno elementi di oggettività, con clienti che partono dal prezzo e da un'idea di prezzo che non può essere sempre compatibile con un adeguato livello di servizi che possano
garantire quel minimo di sicurezza, di qualità, di rispetto anche di regole di etica professionale e soprattutto viene a mancare quell'apporto che è alla base della storia personale di chi in questo settore ci è cresciuto, dedicando ad esso gran parte della sua vita.

Con questo non voglio assurgere al guru della situazione e devo dire che la mia umiltà mi porta a rendermi conto che da un cliente posso attingere delle preziose informazioni se tra me e lui nasce quel rapporto di collaborazione, di lealtà in cui il cliente arriva da me non con l'atteggiamento di sfida, sapendo bene che se lui ha passato serate intere a studiarsi nei minimi particolari una destinazione, rivoltandola da capo a piedi, non può pensare di arrivare in agenzia e trovare un agente di viaggi che sia la "Treccani"
del mondo intero, ma si rivolge a me e chiede se insieme possiamo lavorare su quella sua idea di viaggio, accogliendo i suggerimenti tecnici, o il consiglio di un professionista.

Quest'anno si è acuito un fenomeno in cui sembra che quelle belle destinazioni in cui il ruolo dell'agente di viaggi veniva fuori nella sua più ampia espressione, si sia come dissolto, scomparso, volatilizzato o forse veramente i mezzi oggi a disposizione del cliente non rendono più necessario l'apporto di chi dovrebbe fare questo lavoro.

Vorrei ritornare ad aprire un atlante, con le sue belle carte colorate, con le sue mappe e guardare insieme al cliente il nostro vasto mondo e su questo mondo andare a creare insieme quegli itinerari che riportino il mondo al centro dell'attenzione, e riportino il cliente al centro del mondo.

Vorrei tornare a parlare con il cliente delle sue motivazioni che lo spingono a partire, di cosa lui voglia portarsi dietro da un viaggio, vorrei che non fosse solo quel maledetto prezzo, il più delle volte un prezzo aleatorio ad essere la base di una partenza, altrimenti si rischia veramente di essere inghiottiti tutti quanti in un girone dantesco in cui si perde di vista ogni obiettività e tutto diventa una grande accozzaglia, svilendo la bellezza, la poesia di un viaggio, di una partenza per quel luogo immaginario che ognuno nasconde dentro di sé. (Santo David)

Un'estate fa la storia di noi due
era un po' come una favola
ma l'estate va e porta via con sè
anche il meglio delle favole.
Franco Califano