domenica 29 settembre 2013

TI RIMBORSO O NON TI RIMBORSO?


Amleto era assalito dal dubbio "essere o non essere". Una buona parte dei tour operator italiani che avevano organizzato vacanze verso le destinazioni balneari dell'Egitto e quindi Sharm, Marsa Alam, Hurgada, El Alamein, Marsa Matrouh nella serata del 16 agosto, subito dopo lo sconsiglio della Farnesina, peraltro ancora in vigore, furono assaliti da un identico dubbio amletico: "rimborso o non rimborso"


In ballo non c'era però un dilemma esistenziale, bensì ingenti importi versati da tante persone che avevano prenotato presso le agenzie di viaggi italiane una vacanza in Egitto, comprese tante famiglie che, probabilmente, avevano dovuto fare anche qualche sacrificio in più, pur di concedersi una settimana di svago dalle ansie di tutti i giorni.

Il dilemma non doveva essere, però, un dilemma, in quanto c'è un articolo di legge, il 42 dell'attuale Codice del Turismo, che, in caso di annullamento viaggio per cause non imputabili al consumatore, impone determinate tutele (proposta di un viaggio di pari livello o di livello superiore senza richiesta di differenza prezzo, oppure se il cliente non accettasse l'alternativa proposta, ha diritto alla somma di quanto versato.

Ed, invece, cosa hanno pensato di fare alcuni di questi tour operator, tra cui nomi importanti,? 

Si sono arroccati su una comune posizione, avallata dalla più autorevole Associazione dei tour operator, e hanno deciso che in caso di rimborso avrebbero trattenuto quota iscrizione + premi assicurativi, o qualcuno si sarebbe limitato sola ad una delle due voci, ma fatto sta che non veniva effettuato il rimborso di quanto già corrisposto, come d'altro canto recita il suddetto articolo di legge.

Gli operatori hanno giustificato questa presa di posizione, adducendo varie motivazioni della serie: "queste sono voci accessorie e non facenti parte del pacchetto", "l'assicurazione viene comunque usufruita dal cliente" "la quota iscrizione è una quota che è stata sostenuta dall'organizzatore per la predisposizione del pacchetto turistico".

Si è subito creato uno scontro tra gli operatori da una parte e le agenzie di viaggio, le quali si sono trovate a dover gestire le giuste rimostranze dei clienti i quali non accettavano l'idea di perdere una parte di quanto versato, anche perché il consumatore oggi è molto più informato di ieri e conosce i suoi diritti.

Le agenzie di viaggi hanno trovato un valido alleato in Autotutela, una delle più importanti associazioni di categoria, che dal primo momento ha gestito l'emergenza, suggerendo la procedura da seguire per la salvaguardia degli interessi della clientela coinvolta.

Tutto questo ha creato uno strascico di polemiche, e, ovviamente, di apertura di contenziosi legali che avranno ora la loro evoluzione in sede giurisdizionale, dove ritengo che troveranno soddisfazione perché non penso che ci sia un giudice che voglia annullare quanto recitato dal suddetto art, 42, accogliendo le istanze dei tour operator.

Al di là di chi otterrà la ragione, questo è stato un brutto episodio, specialmente in un periodo così difficile per tutto il nostro settore, un periodo in cui per diversi motivi si fa fatica a mantenere i clienti che già ci sono e si fa ancora più fatica ad acquisirne di nuovi.
Le agenzie hanno cercato di gestire al meglio la situazione e molte di esse ci hanno rimesso di tasca propria, nella speranza di rifarsi sul tour operator.

Con questo non voglio dire che i tour operator non abbiano agito nel migliore dei modi per gestire una emergenza così onerosa come può essere bloccare le partenze di centinaia di turisti nel mese di agosto, con una decisione che doveva essere presa prima dalla Farnesina ed è stata presa alle ore 18.30 di venerdì, ma sicuramente sul fronte rimborsi non hanno fatto una bella figura, rischiando di creare una forte disaffezione sia da parte dei clienti che da parte di quelle agenzie che da questa vicenda hanno avuto la sensazione di non avere un partner commerciale ma un nemico da fronteggiare.

Venerdì scorso questa vicenda ha avuto il suo eco mediatico con la cassa di risonanza di Striscia la Notizia

che ha mandato Max Laudadio ad intervistare alcuni direttori vendite di alcuni di questi operatori, i quali anziché cercare di gettare acqua sul fuoco ci hanno versato ulteriore benzina.






Per chi non l'avesse visto questo è il link che rimanda al video e lascio a voi le dovute considerazioni.

http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?18050