sabato 29 febbraio 2020

Volete che la paura uccida la vostra voglia di libertà?

Foto di Anemone Pixbay
Accendo la televisione e ritrovo le solite persone che in questi giorni stanno facendo la spola tra i vari studi televisivi per informarci su cosa sta accadendo, su come dobbiamo comportarci.

Vado su Facebook ed anche da lì arrivano notizie che fanno pensare al momento complicato che stiamo vivendo.

Sono in metro, mi guardo intorno e vedo alcune persone indossare delle mascherine e soprattutto vedo poche persone quando normalmente non si riesce neanche a salire per la folla che ci sta.

Passo di sera in una piazza sempre affollata e la vedo con poche persone che furtivamente passano e vanno via.

Quel virus partito dalla Cina si è trasformato da un elemento di pericolo per la salute ad un killer che sta uccidendo la libertà degli individui.

Se permettiamo alla paura di dominare le nostre sensazioni, le nostre emozioni, la nostra voglia di vivere, quel virus può fare più vittime di quanto in realtà ne abbia fatte e forse ne farà.

Oggi non mi interessa stare qui a sindacare sulle responsabilità di chi abbia permesso che delle giuste raccomandazioni si trasformassero in un'onda di negatività che unendosi all'emotività della maggior parte delle persone ha creato, sta creando e continuerà a creare conseguenze che sono diventate un attacco alla libertà di ognuno di noi.

Il viaggio è una delle espressioni più belle della libertà umana.

Basti pensare ai grandi viaggi del passato che hanno contribuito alla creazione delle grandi civiltà del mondo.

Grandi scrittori hanno viaggiato per raccontarci il mondo e gran parte di essi avevano l'Italia come meta principale dei loro tour e ne hanno esaltato la bellezza, facendo si che altre persone desiderassero venire in Italia per innamorarsene.

Il viaggio fino a non molto tempo fa era ancora prerogativa di poche persone che si potevano permettere di trascorrere un periodo della loro vita partendo alla scoperta del mondo o andandosi a concedere dei giorni di relax in qualche isola tropicale.

L'avvento delle compagnie aeree low cost, gli investimenti fatti da importanti tour operator per offrire sempre più servizi al moderno viaggiatore, navi da crociera sempre più tecnologiche e sempre più grandi, la possibilità di potersi costruire il viaggio da soli, tutto questo ha incrementato la libertà di potersi concedere un viaggio, breve o lungo che sia.

Io non posso accettare e credo che nessuno di noi debba accettare la privazione della libertà di movimento, della possibilità di partire per realizzare un sogno che cova dentro di noi, la bellezza di essere in un luogo lontano dalle nostre normali abitudini, di confrontarci con altri popoli, di innamorarsi durante un viaggio magari sotto un cielo stellato, ascoltando le note di una musica.

Io in questo mondo ci sono cresciuto, ho speso gran parte della mia vita per far si che tante persone potessero avere la loro libertà di poter viaggiare.

Non sarà un virus a togliermi la libertà di continuare a fare quello che ho sempre fatto: amare il mondo, andarlo a conoscere, capirlo e condividerlo con gli altri.

Oggi ancor più di ieri consiglio alle persone che vogliono viaggiare di affidarsi ai professionisti del viaggio, siano essi tour operator e agenzie di viaggi autorizzate, siano essi consulenti che collaborano con queste realtà.

Non lo dico come se fosse un appello per la salvezza del settore.

Lo dico perché in passato ho vissuto tante altre difficoltà (basti pensare alla emergenza mondiale che si ebbe dopo l'attacco alle Torri Gemelle) ed io come tante stimate colleghi e colleghe le abbiamo gestite, sapendo che avevamo clienti da tutelare, da far rientrare in Italia, da assistere nell'emergenza.

Affidarsi ai professionisti del settore significa che per chi ha prenotato e si è trovato coinvolto nell'assurda chiusura di frontiere nazionali e internazionali, per chi si accingeva a partire e non lo può fare, per chi non vuole rinunciare alla libertà di tornare a viaggiare con tranquillità e serenità, troverà degli interlocutori preparati, che nonostante le grandi difficoltà che essi stessi stanno vivendo, sono persone abituate a gestire emergenze e a farsi interpreti delle normative di legge previste in questi casi.

Diffidate di tante notizie che vi stanno dando su come ci si debba comportare in tali situazioni e danno spesso informazioni fuorvianti su cancellazioni, penali, responsabilità.

L'acquisto di un pacchetto turistico è vincolato alle norme specifiche come testualmente citato nelle condizioni precontrattuali:


"La combinazione di servizi turistici che vi viene proposta e' un pacchetto ai sensi della direttiva (UE) 2015/2302, recepita in Italia con il D.Lgs 21.5.2018, n. 62, che ha modificato gli artt. 32-50 del D.Lgs 79/2011 (Codice del Turismo). Pertanto, beneficerete di tutti i diritti dell'UE che si applicano ai pacchetti."



Il vero professionista oltre a sapervi illustrare la bellezza di un posto, a fornirvi le migliori soluzioni, conosce le norme di legge e su quelle, insieme a voi, valuterà tutte le soluzioni da adottare.



La paura non ucciderà la nostra voglia di viaggiare, di raccontare, di stupirci

Santo David 



Foto di Terri Cnudde da Pixabay

domenica 9 febbraio 2020

C'era una volta...il fattorino



La sera quando torno a casa mi trovo a passare davanti ad un punto vendita di una famosa catena mondiale di hamburger (è facile immaginare quale essa sia) e di vedere una pletora di personaggi, chi in piedi, chi seduto per terra, con le loro borse gialle, in attesa di inforcare le loro biciclette, o per i più attrezzati i loro scooter, pronti a lanciarsi di corsa a consegnare pizze, panini, bibite.

Guardandoli, ho ripensato ad altre figure che, una volta, partivano di mattina presto dalle loro sedi (spesso prestigiose) pieni di pacchi, di buste ed iniziavano i loro giri, per le vie di Roma, o comunque di qualsiasi altra città, per andare a consegnare biglietti aerei, vouchers alberghieri, omaggi, in poche parole quelli che in gergo si chiamavano "documenti di viaggio".

Il fattorino, un pezzo di storia del turismo, un retaggio nostalgico di un settore che su molte cose vive, ormai, di ricordi.

Il mio primo incontro con una di queste figure l'ebbi già durante il mio primo tirocinio (allora si chiamavano così prima che venissero definiti stage) quando mi trovai a trascorrere delle giornate presso l'agenzia di viaggi Utras, vicino San Silvestro qui a Roma.

Una agenzia che ricordo con molto affetto, perché mi trovai a vivere le prime giornate da "futuro agente di viaggi" in una prestigiosa realtà, dove ci stavano se ricordo bene quattro persone alla biglietteria aerea, due persone alla biglietteria ferroviaria (tra cui Omero che ha formato tante persone), impiegati addetti ai viaggi, il back office di contabilità e amministrazione.

Mi ricordo quando una mattina, arrivai tardi e trovai davanti all'ingresso dell'agenzia proprio lui: il fattorino che era già una persona avanti con gli anni e quando mi vide arrivare, cominciò a ticchettare sul suo orologio per farmi capire che ero in ritardo.

Dopo quel primo incontro ne ho visti tantissimi di "fattorini" arrivare nelle agenzie dove ho lavorato.

Ne potrei citare tanti e li ringrazio ancora oggi perché erano veramente delle persone speciali, quasi dotate di poteri sovrannaturali, una sorta di superman che riuscivano nel traffico di Roma, a volte sotto diluvi di pioggia, d'estate con il caldo e l'umidità, ad assicurare la consegna dei "documenti di viaggio"

Li vedevi arrivare in ufficio con i loro motorini, pieni di pacchi ma non si confondevano mai, perché prima di uscire si erano organizzati le consegne.


Molte volte andavano di corsa e ti lasciavano quei pacchi lì sulle scrivanie, mettevi una firma veloce sulla "distinta di consegna" e loro fuggivano via, specialmente in alta stagione.

Quando erano periodi più rilassanti, spesso si fermavano a scambiare qualche chiacchiera e tra un caffè e l'altro (molti di loro credo che alla fine abbiano avuto una overdose di caffeina...) erano una sorta di "gossip" delle agenzie perché sapevano vita morte e miracoli e spesso anticipavano notizie che poi diventavano di pubblico dominio.

C'era anche da considerare la "suspence" che si provava in attesa di quegli arrivi.
Spesso le partenze erano imminenti, i clienti fremevano di avere in mano delle carte che già gli dessero l'idea del viaggio ed eri lì che contavi le ore, i minuti e se non lo vedevi arrivare non è che avevi il "tracking" della consegna.

L'unico sistema era chiamare l'operatore, la compagnia aerea per cercare di sapere dove fosse quel fattorino e spesso veniva cercato, rintracciandolo tra le agenzie dove stava effettuando le consegne.

Arrivavano quelle buste ed era un momento emozionante sia per noi che avevamo venduto e organizzato il viaggio, ma ancor più per i clienti che, o erano in attesa nei nostri uffici, oppure vicini al telefono (di casa o dei loro uffici, prima che i cellulari rendessero tutto più immediato) e aspettavano di sentirsi dire "buongiorno sono pronti i suoi documenti"

Ci si vedeva in agenzia, si aprivano quelle buste (che mi ricordano le buste che ancora oggi vedo in qualche edicola e sono quelle buste sorpresa dove i bambini e le bambine trovano appunto delle sorprese) ed era bello toccare quelle carte, quei biglietti, quelle mappe.


Era come se il viaggio che era stato proposto e accettato dal cliente si stesse pian piano materializzando e il cliente cominciava a immaginare cosa ci potesse essere dietro i nomi degli alberghi, le descrizioni delle camere, le tipologie di una cabina su una nave da crociera, i codici di un biglietto aereo.

Erano tutti quei passaggi che costituivano quasi un rito ma avevano una loro scansione e tutto questo rendeva ancora più bella l'attesa e la concretizzazione di un percorso che era iniziato quando quel cliente non andava a cercare su internet ma entrava in agenzia, pieno di dubbi, di perplessità, di sogni, di aspettative, di esigenze da soddisfare e se nasceva la fiducia verso l'agente di viaggi che lo aveva saputo ascoltare e consigliare, si sviluppavano quei meravigliosi rapporti di reciproca fiducia, su molti dei quali personalmente ho costruito la mia carriera e di cui ne sono profondamente orgoglioso, anche se oggi molte di quelle persone, hanno tradito i loro "vecchi cari amici agenti di viaggi" ma purtroppo le dinamiche di oggi hanno portato a questo stato di cose.

Oggi le cose sono molto cambiate, forse sono più veloci ma spesso sono impersonali.

Il cartaceo è stato sostituito dall'elettronico, la maggior parte dei documenti si "scaricano" dal web, molti omaggi sono stati eliminati perché considerati un costo.

Questo è uno dei tanti ricordi delle tante persone che hanno contribuito a dare lustro ad un settore che, seppur oggi è stato aggredito da forze esterne , continua a conservare nel suo nucleo un patrimonio professionale, un serbatoio di persone straordinarie che hanno saputo dare a tante tante altre persone momenti di felicità.

In questo mio blog,se avete la voglia di sfogliare le sue pagine, troverete diversi articoli in cui si parla del "tempo che fu" un tempo di cui io sento di averne fatto parte e di esserne orgoglioso di esserci stato,  di avere anche io contribuito alla felicità di tante persone che insieme a me aspettavano quelle buste.

(Santo David)